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DOBBIAMO RECUPERARE IL NOSTRO ESSERE CRISTIANI

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VITA DI COMUNITA – PENTECOSTE
n. 1871 – 31 maggio 2020 – Gv 20,19-23

Oggi la liturgia celebra la festa della Pentecoste che ha come protagonista lo Spirito Santo. Era il giorno della Pentecoste quando Gesù, entrato nel Cenacolo, dopo aver salutato i suoi con “Pace a voi!”, alitò su di loro e subito “furono tutti pieni di Spirito Santo”.

Da quel momento essi trovarono il coraggio di uscire, di affrontare il mondo e si sentirono pronti nell’annuncio della verità. Nasceva, così, la Chiesa e aveva inizio la sua missione. E’ nata la Chiesa della chiarezza, della semplicità, del servizio, alla quale Gesù ha dato un compito, quello di uscire e di andare nel mondo: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi” e cioè “manda noi”… noi cristiani.

Lo Spirito Santo è l’ultimo dono di Gesù agli Apostoli, nominato da Lui con rispetto e con titoli straordinari: Vivificatore, Consolatore. E’ la presenza e l’espressione della tenerezza di Dio verso le sue creature. Quando noi lo riceviamo nei Sacramenti, in particolare nel Battesimo e nella Cresima, Lui ci aiuta a vivere da figli la nostra vita, a comprendere il vero senso delle cose, a ricercarne la verità e a fare scelte che ci porteranno a realizzare il progetto di Dio.

Lo Spirito Santo da’ ad ogni cristiano l’ispirazione, l’efficacia, la potenza, una genialità che gli è propria e ciascuno deve essere fedele al proprio dono, al proprio fuoco e venerare i propri talenti. Se Cristo ha riunificato l’umanità, lo Spirito ha diversificato le persone.

Il cristiano, di oggi, che è un uomo distratto, disincantato, indifferente a tutto, deve chiedere aiuto allo Spirito se vuole avere la forza di vivere e testimoniare la Parola di Dio. Deve imparare a recuperare la dimensione “pentecostale”, non può più rimanere innocuo e la sua vita deve diventare impegno e testimonianza. Non può più scegliere sempre soluzioni di facilità e di compromessi. La vita non deve essere addolcita, imborghesita, facilitata, altrimenti, si rischia di non aver niente da dire a nessuno.

Lo Spirito Santo, se invocato, farà nascere in noi la forza della pace, rinforzerà la nostra speranza, ci aiuterà ad avere più fede e più coraggio, perché Dio parla con le nostre parole, piange le nostre lacrime e ci sorride come nessuno. Il Santo Curato d’Ars diceva: “Quando ci vengono pensieri buoni è lo Spirito Santo che ci visita”.

Allora, quale il messaggio?

La Pentecoste è una condizione di vita della Chiesa fino al ritorno di Gesù.  Il nostro impegno, allora, deve essere quello di raccontare Dio nella lingua dell’uomo. Raccontare la sua Parola con le parole più belle e più care che abbiamo nel cuore, con i nostri gesti e con i comportamenti, altrimenti il Vangelo diventerà un libro di sacrestia. Se vogliamo, siamo ancora in tempo a recuperare il nostro essere cristiani!

 


PENTECOSTE

“La pace sia con voi. Come il Padre ha mandato me, così io mando voi.
Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati.”

 

 

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